La guida vi attenderà presso l'ingresso dell'area archeologica di Paestum all'orario prestabilito per l'inizio della visita guidata.
Una delle immagini più belle e durevoli del sud Italia è quella di tre templi greci che si trovano a Paestum. Il trio di templi è tra i monumenti meglio conservati della Magna Grecia, come i Greci chiamavano le loro colonie in Italia meridionale e in Sicilia. Paestum, o Poseidonia come la città era originariamente chiamata (in onore di Poseidone, il dio greco del mare), fu fondata nel VI secolo a.C. da coloni greci e cadde sotto il controllo romano nel 273 a.C., diventando un importante porto commerciale. La città colpita dalle incursioni selvagge dei Saraceni venne gradualmente abbandonata. I suoi templi vennero alla luce nel tardo XVIII secolo. Presso le rovine, il primo tempio che si incontra entrando nella parte settentrionale è Tempio di Cerere del VI a.C. E' il più piccolo dei tre templi ed è servito per un certo tempo come chiesa cristiana. Segue il Tempio di Nettuno, risalente al 450 a.C., il più grande e meglio conservato dei tre templi. Accanto al Tempio di Nettuno, sorge la cosiddetta Basilica, il monumento più antico di Paestum. A suo tempo la città era circondata da 4,7 km di mura, successivamente costruite e ricostruite da Lucani e Romani. La parte più intatta delle mura si trova oggi a sud delle stesse rovine.
IL MUSEO DI PAESTUM:
Questo museo si trova a est del sito archeologico e ospita una bella collezione di fregi in bassorilievo, di cui 33 pezzi degli originali 36 che facevano parte del Tempio di Hera Argiva, 9 km a nord di Paestum, di cui quasi null'altro è rimasto. Nella Tomba del Tuffatore vi è uno straordinario esempio di pittura della prima metà del V secolo a. C. Si tratta di una tomba a cassa, costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che, al momento del ritrovamento, si presentavano fra loro accuratamente interconnesse e stuccate. Il pavimento della cassa era costituito dallo stesso basamento roccioso su cui era realizzata la tomba. L'eccezionalità della scoperta risiede nel fatto che le pareti del manufatto e, cosa ancor più insolita, la stessa lastra di copertura, sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo, realizzata con la tecnica dell'affresco.