Affacciata su un imponente terrazzo di roccia tufacea a picco sul mare, sovrastata dal profilo dei Monti Lattari, circondata da profonde gole, Sorrento è una della perle del Meridione d’Italia.
La leggenda vuole che derivi il nome dalle mitiche Sirene, metà donne metà pesce, che spingevano i naviganti a naufragare contro le sue rocce. Di probabile origine greca, fu controllata dai romani nell'89 a. C. Sede vescovile dal 420, passò nel 552 ai bizantini, e dal IX secolo fu un ducato autonomo, in lotta con le vicine città di Amalfi e Salerno. Nel 1137 il ducato di Sorrento fu incorporato nel regno normanno, e da allora seguì le sorti politiche di Napoli.
Il centro storico mostra ancora il tracciato ortogonale delle strade di origine romana, mentre verso monte è circondato dalle mura cinquecentesche. Vi si trovano il Duomo, riedificato nel XV secolo, con facciata neogotica, e la chiesa di San Francesco d'Assisi, con un notevole chiostrino trecentesco. Nel museo Correale sono esposte collezioni di reperti greci e romani e di porcellane di Capodimonte, con una sezione di pittura del XVII-XIX secolo; dal parco si gode inoltre una magnifica vista sul golfo. Presso la Punta del Capo, 3 km a ovest, si trovano resti romani ritenuti della villa di Pollio Felice (I secolo d.C.). Un'altra villa marittima è la villa di Agrippa Postumo, sotto l'attuale Hotel Syrene. La villa fu fatta costruire dallo sfortunato nipote di Augusto. Attualmente si possono solo vedere dei ruderi delle peschiere. La villa era parte di un vasto complesso monumentale che poi fu inglobato nel monastero di San Paolo.
ITINERARIO DI VISITA:
A Sorrento si arriva percorrendo la strada panoramica che, partendo da Castellammare, si snoda lungo la costa. Superati i Comuni di Meta, Piano e Sant’Agnello, è preferibile proseguire per Sorrento percorrendo le vie “Crawford”, “Rota” e “Correale”, che conducono alla centrale Piazza Tasso.
Banale invece è l’accesso lungo la statale 145 (Corso Italia), che certamente era di assai più elevato tono estetico fino al secondo dopoguerra quando il paesaggio fu sconvolto dalla speculazione edilizia. Ne è testimonianza la Piazza Angelina Lauro, il primo grande slargo che si incontra entrando a Sorrento per la cui apertura sono stati estirpati ettari di profumati agrumeti.
LE ANTICHE MURA:
Della cinta difensiva greca rimane la mutazione esistente sotto il piano stradale della Porta Parsano nuova, visibile in prossimità della Porta stessa.
Un altro rudere di dimensioni molto limitate, della mutazione greca, oltre la Porta della Marina Grande, è il piccolo tratto della cortina occidentale, in località Via “Sopra Le Mura”. La città romana si sovrappose all’insediamento greco osservandone la pianta urbana e la stessa cinta muraria a grossi blocchi isodomici.
Queste mura, rimasero a difesa di Sorrento durante tutta l’epoca medioevale. Il rifacimento di esse iniziò nel 1551, e fu completato soltanto nel 1561 dopo la tragica invasione dei Turchi.
CATTEDRALE:
In stile Romanico, risale al XV secolo; dello stesso periodo è il portale laterale (1474), di gusto rinascimentale.
La chiesa ospita tra l’altro tele di artisti della scuola napoletana del ‘700, un trono arcivescovile in marmi scelti (1573) ed un coro ligneo intarsiato opera di artigiani sorrentini dei primi del ‘900. Opere, sempre realizzate con la tecnica dell’intarsio, si possono ammirare all’interno come i quadri della Via Crucis o i tamburi dell’entrata principale e di quella laterale, opere recenti di giovani maestri intarsiatori.
CAMPANILE DEL DUOMO ED EPISCOPIO:
Di questo Campanile è notevole la parte basamentale di età Romanica, costruita forse intorno al secolo XI con tronchi di colonne di varie specie con capitelli ora classici ora bizantini, con ogni sorta di frammenti marmorei. Nelle due arcate fortemente rialzate e nelle colonne disposte sugli spigoli si rileva il suo chiaro accento bizantino. Questa costruzione ha anche interesse per la storia urbanistica della città poiché i brevi spazi ed archi rialzati e l’attigua volta su Via Pietà, all’ingresso dell’episcopio, servirono per lungo tempo alle pubbliche riunioni prima che esse si svolgessero nell’interno del castello. La parte superiore del campanile fu se non edificato, assai probabilmente ridotta nell’attuale forma, intorno al XVI secolo.
BASILICA DI SANT’ANTONINO:
L’origine è riconducibile all’XI secolo, anche se già verso il IX secolo, esisteva in quel luogo un oratorio dedicata a Sant’Antonino.
La chiesa presenta diversi elementi di spoglio, come i fusti delle colonne provenienti, probabilmente, per la loro particolare uniformità, dal portico di una delle molte ville romane presenti nella zona. Nella cripta, rifatta nel Settecento, si osservano numerosi quadretti di ex voto, soprattutto di marinai.
CHIESA E CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO:
L’origine del monastero risale alla prima metà del VIII secolo.
L’architettura del chiostro presenta archi incrociati di tufo su due lati del portico, espressione stilistica del tardo Trecento, sostituiti sugli altri due lati da archi tondi su pilastri ottagonali. Da notare infine la presenza di vari elementi di spoglio, provenienti da templi pagani, come le tre colonne di angolo riusate funzionalmente.
Accanto al convento è situata la chiesa si San Francesco, che risale al XVI secolo. All’interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocifisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo.
CHIESA DEL CARMINE:
Ricostruita alla fine XVI secolo su una precedente e antica chiesa dedicata ai Santi Martiri Sorrentini, la Chiesa è ad una sola navata.
Sullo sfondo c’è l’antica immagine della Madonna, copia della Vergine Bruna di Napoli. Si possono ammirare quadri di buona fattura di artisti del ‘600 e del ‘700 nonché due artici reliquiari in legno intarsiato del ‘600.
SEDILE DOMINOVA:
Unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi sedili nobiliari, risale al secolo XVI. In forma quadrilatera, con due arcate ad angolo in piperno, che lasciano scoprire l’intero della cupola e i muri di fondo con affreschi del Settecento. I pilastri e le arcate, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante. La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde.
SEDILE DI PORTA: (secolo XVI)
Nell’angolo che via San Cesareo forma con Piazza Tasso, nel posto dove attualmente ha sede il Circolo Sorrentino, si trovava un secondo Sedile, detto di Porta, perché in origine eretto presso la porta maggiore della città nello spazio allora denominato Largo del Castello. Dopo l’abolizione dei Sedili fu ridotto prima a carcere poi a corpo di guardia per la milizia urbana e infine a luogo di convegno del Circolo Sorrentino.
ECONOMIA
L'economia locale si basa prevalentemente sul turismo, culturale e balneare, sull'agricoltura (agrumi, viti, noci, ulivi,), sull'industria alimentare e sul caratteristico artigianato del legno intarsiato.